La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
deserta, pascolando col canto la sua amorosa mestizia, fu, a un tratto, da nerborute braccia afferrata, imbavagliata la bocca, rapita.
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alla porta di una capanna sua, in sui ginocchi una bimba che, a lui dormiente, gli si potèa sicura addormentar fra le braccia; una bimba cinquenne
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raggio, parve che il càndido volto di Forestina imperlasse ognor più, abbandonata, com'era, sulla spalla di Mario, le molli braccia fluenti. Mario ne
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con ansia. - L'ira di Dio è contagio. - Dio non è che perdono - sorrise la giovinetta - Vèdilo in croce con le braccia aperte! - Ma inchiodate
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Letterato! - fu il grido. - E quì braccia! - urlò un uomo, alto-squassando un pugno massiccio, di quelli, che, se tòccano irati, ammàzzano; un uomo, il
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entusiasmo di proclamare la verità, di stènder la destra e di allargare le braccia, di perdonare, anzi, di chièder perdono. Ma, perchè, a volte, que
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? ... Chi stà col leone? ... - Col leone! - gridò entusiasta la Nera, e gli gittò al collo le braccia. - Col leone! - ripetè Mario il Nebbioso, e gli strinse